venerdì 12 settembre 2014

Il grazie dell'Africa alle suore uccise


 Commozione. Dolore. Un forte sentimento di gratitudine. Diverse migliaia di persone hanno assistito a Bujumbura ai funerali delle tre suore italiane trucidate domenica nel loro convento, nella zona nord della capitale del Burundi. Alla Messa erano presenti anche molti religiosi e decine di diplomatici stranieri che hanno voluto rendere omaggio alle anziane missionarie saveriane Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernardetta Boggian.

Poi le salme delle tre donne sono state trasferite a Bukavu, nella Repubblica democratica del Congo. Nel vicino Paese africano le religiose avevano per anni testimoniato la loro fede, sempre al servizio dei poveri, prima di arrivare in Burundi. E lì che domani verranno sepolte nel cimitero di Panzi, accanto ad altri missionari morti o uccisi nel Continente africano



Raggiunto dalla Radio Vaticana il padre saveriano Rubén Macìas ha detto che alla Messa oltre ai vescovi del Burundi erano presenti tante autorità "e, soprattutto, c’era un popolo di Dio che soffre di questa violenza, che vuole proclamare che l’amore deve vincere tutto. Una moltitudine di gente".

Tra le persone "Ci sono sentimenti contrastanti - ha aggiunto padre Macìas - perché sono state assassinate con una violenza, con una crudeltà inimmaginabili...  Erano delle sorelle piene d’amore! In questa cerimonia abbiamo voluto proclamare proprio questo: l’amore che vince malgrado tutto. L'arresto di quell’uomo che è stato fermato ieri ha dato un po’ di sollievo ai nostri cuori, ma quella violenza non può vincere l’amore di queste sorelle che hanno dato la loro vita, più di 40 anni, per l’Africa"

Il presidente della Conferenza episcopale del Paese africano, Gervais Banshimiyubusa, ha intanto chiesto l'istituzione di una commissione indipendente che permetta di scoprire "la verità" sulla brutale aggressione. Segno che ancora non convince appieno la confessione del 33enne che ha sostenuto di aver ucciso le tre missionarie saveriane dopo aver scoperto che il convento sorge su un terreno che era di proprietà della sua famiglia.

Anche padre Macìas in merito ai dubbi che restano sull'assassino, ha qualcosa da dire: "Occorre sapere se ha operato da solo. Lui ha confessato. La polizia è sicura che aveva il numero di telefono della sorella Lucia e anche la chiave della casa. Allora sono tanti, tanti, gli elementi per dire che sia lui l’assassino. Io l’ho visto, sono stato di fronte a lui, occhi negli occhi… Non è un matto: è un uomo che sapeva quello che faceva. Allora lo ha fatto da solo? È questo il nostro interrogativo".

Di certo la motivazione indicata dal giovane arrestato nella confessione, cioè che le suore stessero in un edificio costruito sopra un terreno appartenente alla sua famiglia, lascia attoniti. "Quella è una bugia! - sostiene infatti padre Macìas -. Le sorelle non hanno proprietà. Vivevano nella proprietà della parrocchia che appartiene alla diocesi. È una bugia grande come il pianeta Terra!" Quindi le vere motivazioni che hanno spinto a questo orribile triplice omicidio restano tutte da chiarire. "Perché - aggiunge il religioso - è incomprensibile un fatto del genere; conosceva i movimenti delle suore, sicuramente conosceva la casa … Nulla può spiegare una violenza del genere. Non è umano! Non è umano!"
In quanto alla sicurezza dei missionari il saveriano ha ricordato che "ogni missionario che viene in terra di missione sa che può trovare questo rischio. Non possiamo avere la sicurezza. Noi siamo missionari, non siamo politici o altre persone che hanno bisogno di una sicurezza totale. La nostra sicurezza è Cristo e il Vangelo che proclamiamo: il resto è nulla. La notte, quando suor Bernardetta è stata uccisa, la parrocchia era circondata da un centinaio di poliziotti e nonostante questo sappiamo cosa è accaduto. Questo solo per dire che non è una questione di sicurezza; purtroppo questo cose accadono quando il Vangelo dell’amore si predica in mondo violento come questo. La croce di Cristo non è una croce che dobbiamo temere. Dobbiamo portarla perché sappiamo che c’è la risurrezione. Noi saveriani rimaniamo qui. Queste tre martiri si aggiungono agli altri tre martiri precedenti: sono sei i martiri saveriani in questa terra. Questo non ci spinge a partire, ma piuttosto ci incoraggia a rimanere; significa che abbiamo ancora bisogno di proclamare il Vangelo in questa terra, perché il Vangelo non è ancora arrivato nel cuore di tanti burundesi".



martedì 9 settembre 2014

Terza parte





Il fatto. Dolore e sgomento in tutto il mondo religioso e non solo per l’uccisone di tre missionarie saveriane in Burundi, assalite nella loro parroccchia a Kamenge (Bujumbura). Sono morte nel cuore di quell'Africa a cui avevano dedicato la vita da missionarie per aiutare gli ultimi nel nome del Vangelo. Suor Lucia Pulici e suor Olga Raschietti, di 75 e 83 anni, sono state uccise domenica pomeriggio. Suor Bernardetta Boggian, 79 anni, anch'essa saveriana, è stata uccisa successivamente, nella notte tra domenica e lunedì, dopo l'omicidio delle prime due.Le tre sorelle vivevano nel quartiere più disagiato di Bujumbura, luogo di violenti scontri tra etnie Hutu e Tutsi. Insieme con i missionari saveriani promuovevano la conciliazione fra etnie, aprendo laboratori di formazione lavoro per i giovani e le donne del posto. Suor Bernardetta Boggian sarebbe stata decapitata. Lo ha detto all'agenzia France Presse il vice direttore generale della polizia burundese, Godefroid Bizimana, aggiungendo che "tutte e tre sono state violentate". Circostanza però smentita dalla vicaria generale delle missionarie saveriane di Parma, suor Silvia Marsili (LEGGI).
 La testimonianza. “Un episodio del tutto inaspettato, un enorme dolore…”: così padre Mario Pulcini, superiore dei missionari saveriani in Burundi, ha riferito all'agenzia Misna: “Verso le 16 di domenica la sorella Bernardetta è venuta nel mio ufficio chiedendo notizie delle sorelle Lucia e Olga che erano rimaste a casa mentre lei e la sorella Mercedes si erano recate all’aeroporto per accogliere le altre sorelle di ritorno in Burundi dal loro capitolo generale a Parma. C’era apprensione soprattutto perché dall’interno della casa non c’erano segnali di vita, tutto era chiuso e con le tende tirate” racconta padre Pulcini. Dopo alcune ricerche è stata proprio suor Bernadetta a trovare una porta di servizio laterale alla loro casa aperta e, una volta entrata con altre consorelle, i corpi senza vita di Olga e Lucia. Sono state quindi allertate le autorità civili, militari e giudiziarie e religiose; si è proceduto ai primi accertamenti e sono iniziati gli interrogatori, soprattutto al personale di casa. Nonostante l’accaduto, le religiose della missione hanno deciso di restare a dormire nella loro casa. “Poi questa notte (due notti fa, ndr) – dice ancora padre Pulcini – le sorelle sono tornate a chiamarmi, temevano che l’aggressore fosse in casa. Quando siamo riusciti ad entrare abbiamo trovato anche suor Bernardetta, senza vita”. L'aggressore - o uno degli aggressori -  dunque, era forse rimasto in casa.

Papa Francesco: loro sangue diventi seme di fraternità. In un telegramma inviato a suo nome dPietro Parolin, alla superiora generale delle missionarie saveriane, suor Ines Frizza, papa Francesco inoltre assicura "la sua viva partecipazione al profondo dolore" delle saveriane per l'uccisione delle "generose testimoni del Vangelo" e invia la propria benedizione ai famigliari, alle consorelle e a tutti coloro che piangono la scomparsa delle suore italiane.  Il Papa, "profondamente colpito dalla tragica morte" delle suore, auspica che "il sangue versato diventi seme di speranza per costruire l'autentica fraternità tra i popoli".
Monsignor Evariste Ngoyagoye, arcivescovo di Bujumbura, si dice choccato. Nel "rendere omaggio ai missionari saveriani, specialmente le missionarie saveriane che stanno soffrendo in questo momento invio loro le mie condoglianze,alle famiglie delle vittime, per la perdita di queste donne che si sono totalmente spese per la missione",al segretario di Stato.

















                                                                 
AVVENIRE

Burundi, arrestato il killer delle suore (seconda parte)




Le parole più toccanti, nelle ore del dolore per la morte delle tre missionarie saveriane in Burundi arriva dalle loro consorelle. "Qualunque siano le circostanze della loro uccisione - scrive la congregazione delle Missionarie di Maria - essa, nel percorso di vita di Lucia, Olga, Bernardetta è stata non l’interruzione o l’impedimento di una missione, ma il suo compimento. Perché le nostre sorelle erano tornate volentieri in Burundi. Perché la logica della loro vita era spenderla tutta per Cristo e per il popolo ove egli le aveva poste, con uno slancio che aveva in sé il desiderio di giungere alla totalità. Erano partite non perché intestardite dalla volontà del ritorno, neppure gemendo sotto un’obbedienza subita, ma con slancio e con fede, accettando il rinnovarsi di un mandato".

"Le suore uccise verranno sepolte in Africa, è un segno di amore fino alla fine”: a parlare così è l’ex superiora regionale delle Saveriane Bujumbura. “Tutte e tre le suore uccise avevano seri problemi di salute, ma tutte avevano chiesto, quasi puntando i piedi, di poter tornare in Burundi e dare la vita fino alla fine” dice all’Agenzia Fides suor Delia Guadagnini, ex superiora regionale delle Missionarie Saveriane per la Repubblica Democratica del Congo e il Burundi, che conosceva molto bene le tre missionarie saveriane italiane, suor Lucia Pulici, suor Olga Raschietti e suor Bernardetta Boggian, uccise nella missione di Kamenge, un quartiere settentrionale di Bujumbura (capitale del Burundi), presso la parrocchia dedicata a San Guido Maria Conforti.

Suor Delia, che si trova a Uvira (nella Repubblica Democratica del Congo) dall’altro lato del lago Tanganica rispetto a Bujumbura, è stata nella missione ieri mattina. “Torneremo domani a Bujumbura per i funerali. Poi inizieremo il lungo viaggio per trasferire le salme delle sorelle uccise nel cimitero saveriano di Bukavu (nell’est della RdC) dove giovedì mattina ci sarà la Messa in Cattedrale. Non ci sarà il rimpatrio delle salme per volontà espressa dalle nostre sorelle missionarie e perché la gente, che hanno amato e servito, desidera che rimangano con loro".
Suor Delia ricorda: “Le tre sorelle erano tornate accettando di svolgere piccoli servizi, perché le loro forze non consentivano di svolgere compiti impegnativi. Si trattava di servizi semplici, stare accanto alla gente, con visite a domicilio, aiutare i poveri. Erano molto benvolute dalla popolazione”. Per questo, sottolinea la religiosa, “in Burundi non abbiamo mai avuto problemi con nessuno. Non riusciamo a pensare chi abbia potuto farci del male in maniera così malvagia. È un fatto tragico e allo stesso tempo misterioso”. Per quel che riguarda le indagini suor Delia dice: “Le autorità burundesi non si sbilanciano. Affermano che le indagini sono in corso e stanno interrogando alcune persone. La popolazione locale è costernata e non si spiega un atto così crudele. Sappiamo solo che una persona è stata vista circolare nei paraggi della parrocchia e che poi è stata vista passare, per uscire dalla missione dopo l’uccisione di Suor Bernardetta, davanti alla finestra dell’unica sorella che non è stata colpita perché si era chiusa in casa”.

Sul fronte delle indagini, da Bujumbura arrivano notizie importanti: l'assassino delle tre suore è stato arrestato. La conferma arriva dalla polizia locale, che ha precisato che l'uomo ha confessato il delitto. Le prove, del resto, erano schiaccianti: l'uomo aveva con sé il cellulare di una delle suore assassinate e la chiave del convento.
In mattinata erano state fermate tre persone,  i guardiani dipendenti della parrocchia cattolica Guido Maria Conforti, collegata al convento delle religiose a Kamenge, a nord della capitale. Oggi alle 18,30 in Cattedrale, il Vescovo di Parma, monsignor Enrico Solmi, presiederà la celebrazione in suffragio delle tre religiose. 

 Le cause dell'omicidio delle tre missionarie italiane in Burundi "non sono state ancora accertate". Lo ha detto il ministro degli Esteri Federica Mogherini in un'audizione al Senato. Il ministro ha voluto "rivolgere un pensiero alle tre suore uccise" e ha voluto sottolineare che "non possiamo fare finta di niente davanti a un tema gravissimo", quello "dell'attacco ai cristiani che in molte parti del mondo sta diventando un fenomeno drammatico".                                                   
                        Sr Berbadetta                                                                     Sr Lucia
       


Massacrate tre suore italiane in Borundi (prima parte)




Dolore e sgomento in tutto il mondo religioso e non solo per l’uccisone di tre missionarie in Burundi, assalite nella loro parroccchia a Kamenge (Bujumbura). Sono morte in Burundi, nel cuore di quell'Africa a cui avevano dedicato la vita da missionarie per aiutare gli ultimi nel nome del Vangelo. Due missionarie saveriane italiane, suor Lucia Pulici e suor Olga Raschietti, di 75 e 83 anni, sono state uccise domenica pomeriggio nella località di Kamenge, in quello che appare essere stato un tentativo di rapina, forse di un balordo, finito nel sangue.  Suor Bernadetta Boggian, 79 anni, anch'essa saveriana, è stata uccisa successivamente, nella notte tra domenica e lunedì, dopo l'omicidio delle prime due.

(CONTINUA)

GINEVRA - Monsignor Tomasi all'Onu: 100 mila cristiani uccisi nel mondo

La Santa Sede esprime “profonda preoccupazione” per le violazioni della libertà religiosa e per i sistematici attacchi inferti alle comunità cristiane in alcune aree del pianeta come Africa, Asia e Medio Oriente. È quanto sottolineato da mons. Silvano Maria Tomasi, intervenuto ieri alle Nazioni Unite di Ginevra. Il presule ha affermato che “indagini credibili” sono arrivate alla “scioccante conclusione” che “oltre 100 mila cristiani vengono uccisi ogni anno, per motivi che hanno una qualche relazione con la loro fede”.

Altri cristiani, ha proseguito l’Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu di Ginevra, sono soggetti a uno sradicamento forzato, subiscono "la distruzione dei loro luoghi di culto, lo stupro e il rapimento dei propri leader", come accaduto recentemente a due vescovi ad Aleppo, in Siria. Molti di questi atti, ha aggiunto, “sono il frutto del fanatismo, dell’intolleranza, del terrorismo e di leggi discriminatorie”. Inoltre, ha detto mons. Tomasi, in alcuni Paesi occidentali, “dove la presenza cristiana è stata storicamente parte integrante della società”, si rafforza la tendenza a “marginalizzare il Cristianesimo nella vita pubblica”, ignorando il suo contributo sociale e storico e arrivando addirittura a “restringere la capacità delle comunità di fede di portare avanti i loro servizi caritatevoli”. Monsignor Tomasi ha quindi rammentato che il Consiglio dei diritti umani dell’Onu ha riconosciuto che la religione e la spiritualità sono al servizio della promozione della dignità umana e che il Cristianesimo è al servizio del vero bene dell’umanità. A tal riguardo, il diplomatico vaticano ha elencato alcuni servizi, dall’educazione alla sanità all’assistenza dei rifugiati, che vedono la Chiesa cattolica impegnata a favore dell’uomo, senza alcuna discriminazione di razza o religione. Monsignor Tomasi ha quindi concluso il suo intervento riprendendo le parole di papa Francesco nel Messaggio per il 17esimo Centenario delle celebrazioni per l’Editto di Milano: “Sia ovunque rispettato il diritto all'espressione pubblica della propria fede e sia accolto senza pregiudizi il contributo che il cristianesimo continua ad offrire alla cultura e alla società del nostro tempo”. 
Avvenire                                
                                                                                          28 maggio 2013                                                  
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sabato 31 maggio 2014

Papa Francesco: la vera conversione è opera dello Spirito

          Vicini alla Pentecoste.......


Vieni.....

Vieni, Spirito creatore

Vieni, o Spirito creatore
visita le nostre menti,
riempi della tua grazia
i cuori che hai creato.

O dolce consolatore,
dono del Padre altissimo,
acqua viva, fuoco, amore,
santo crisma dell'anima.

Dito della mano di Dio,
promesso dal Salvatore,
irradia i tuoi sette doni,
suscita in noi la parola.

Sii luce all'intelletto,
fiamma ardente nel cuore;
sana le nostre ferite
col balsamo del tuo amore.

Difendici dal nemico,
reca in dono la pace,
la tua guida invincibile
ci preservi dal male.

Luce d'eterna sapienza,
svelaci il grande mistero
di Dio Padre e del Figlio
uniti in un solo Amore.


Croce Amen.










Veni, creátor Spíritus,
mentes tuòrum vísita,
imple supérna grátia,
quæ tu creásti péctora.


Qui díceris Paráclitus,
altíssimi donum Dei,
fons vivus, ignis, cáritas,
et spiritális únctio.


Tu septifòrmis múnere,
dígitus patérnæ déxteræ,
tu rite promíssum Patris,
sermóne ditans gúttura.


Accénde lumen sénsibus,
infúnde amórem córdibus,
infírma nostri córporis
virtúte firmans pérpeti.


Hostem repéllas lóngius
pacémque dones prótinus;
ductóre sic te prævio
vitémus omne nóxium.


Per Te sciámus da Patrem
noscámus atque Fílium,
teque utriúsque Spíritum
credámus omni témpore.


Deo Patri sit glória,
et Fílio, qui a mórtuis
surréxit, ac Paráclito,
in sæculórum sǽcula.


Croce Amen.

Inno di Pentecoste Veni creator Spiritus


                         

                            

Un Grande Ricordo





31 maggio 2003 - 31 maggio 2014